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La visione innovativa di John Kempf, pioniere dell'agricoltura rigenerativa e fondatore di AEA (Advancing Eco Agriculture), il quale sostiene che le piante possano diventare completamente resistenti a malattie e insetti se adeguatamente nutrite.
Kempf distingue diverse fasi di salute delle piante all'interno di quella che definisce la "piramide della salute delle piante", descrivendo i benefici di ogni fase raggiunta e spiegando l'importanza dell'attività biologica del suolo per ottimizzare la salute vegetale.
Il suo obiettivo è incrementare la produzione agricola riducendo l'utilizzo di pesticidi, erbicidi e fertilizzanti sintetici attraverso un equilibrio nutritivo tra piante e microrganismi, favorito dall'impiego di prodotti organo-minerali.
Moderni strumenti di analisi consentono oggi di ottenere dati accurati sulla nutrizione e salute delle piante, superando le approssimative analisi di acqua e suolo del passato.
Il processo prevede il nutrimento diretto delle piante secondo il loro fabbisogno e la promozione di microbi utili per una migliore assimilazione dei nutrienti. Fondamentale è la simbiosi tra piante, batteri e funghi nel terreno, con le piante che forniscono carbonio solubile ai microrganismi i quali, a loro volta, metabolizzano i nutrienti necessari dalle risorse naturali, facilitando l'assimilazione dei nutrienti organici da parte delle piante.
Le condizioni ottimali di crescita e resistenza agli agenti patogeni si verificano in habitat caratterizzati da specifici equilibri di eH e pH, che le piante sono capaci di modificare.
In questo contesto, l'agronomo deve saper gestire le variazioni climatiche e utilizzare sistemi di nutrizione, irrigazione e drenaggio per ridurre gli stress ambientali sulle piante. Ottimizzando l’equilibrio nutrizionale, le piante diventano meno attraenti per gli insetti e più resistenti alle malattie, aumentando così le loro difese naturali fino a diventare praticamente immuni.
Questo approccio permette di ridurre significativamente l'impiego di fitofarmaci, preservando la salute sia del suolo che delle persone.
E' proprio vero, bisogna sbagliare e toccare il fondo per trovare la illuminazione ed è questo il caso di John Kempf che grazie alla sua passione ed il suo altruismo ha reso accessibili le informazioni di cui abbiamo bisogno per nutrire correttamente le piante in modo produttivo ed ecologico.
John Kempf è stato uno dei pionieri per diffondere il metodo di agricoltura rigenerativa ed è il fondatore di AEA (Advancing Eco Agriculture). John sostiene che “le piante sane possono diventare completamente resistenti alle malattie ed agli insetti”. Nei suoi video spiega che le piante, apparentemente sane, si possono suddividere in quattro livelli di salute nella piramide della salute delle piante e quali sono i risultati ottenuti ad ogni livello raggiunto. Spiega inoltre il ruolo dell’attività biologica nel terreno e le strategie per arrivare progressivamente un livello di salute superiore, accompagnando il tecnico nel suo percorso con numerosi altri video con approfondimenti.
La pimamide della salute della piante
L’obbiettivo primario è quello di ottimizzare la produzione, ridurre drasticamente l’uso di pesticidi e diserbanti e dei concimi sintetici. Questo è possibile attraverso il nutrimento bilanciato delle piante con prodotti organo-minerali che mantengono in equilibrio una simbiosi di benefici reciproci tra le piante e gli microorganismi in grado di construirsi da soli il Habitat ideale per la crescita. Gli strumenti di misurazione a nostra disposizione oggi ci permettono di comprendere con una buona approssimazione quello che accade nella pianta. Nel passato, l’Agronomo era costretto ad affidarsi alle tradizionali analisi dell’acqua e del terreno per capire come fare un programma di concimazione approssimativo, basandosi sui numeri e sulla bibliografia spesso molto complessa e controversa. Questo perché è noto che le reazioni chimiche nel terreno dipendono da tanti fattori ed i risultati attesi possono variare di molto secondo tutta una serie di variabili, le quali sono complessi come la natura in sé. Oggi, la tecnologia ci offre la possibilità di comprendere quello che succede in brevissimo tempo, analizzando la linfa vegetale, che fornisce indicazioni piuttosto precise sull’equilibrio nutrizionale nelle varie fasi di crescita della pianta.
L'impatto dell'eH e pH sulla biologia nel suolo
Il piano delle concimazioni moderno quindi non deve mirare ad arricchire il terreno di nutrienti minerali ma di nutrire la pianta secondo il suo fabbisogno e di favorire lo sviluppo di ricche popolazioni di batteri e fungi utili per la mineralizzazione dei nutrienti in forme organiche, maggiormente assimilabili dalle piante. Si favorire così una simbiosi tra piante con batteri e funghi nel terreno, sfruttando il potenziale della fotosintesi ed i nutrienti prodotti dall’attività microbiologica nel terreno.
Il meccanismo virtuoso si genera quando le piante forniscono ai batteri e funghi utili il carbonio solubile di cui hanno bisogno mentre loro prelevano i minerali nutritivi dal terreno e dall’atmosfera e li metabolizzano durante il loro ciclo di vita per cederli alle piante. I batteri ed i funghi hanno un ciclo di vita molto breve quindi, morendo, cedono i nutrienti in forma di celati organici ed aminoacidi quindi, maggiormente assimilabili dalle piante, le quali non devono consumare energia rispetto al nutrimento diretto in forma minerale. Le condizioni ideali per la crescita e la resistenza contro i parassiti e le malattie, secondo gli scienziati, avviene in un determinato habitat di eH e pH che le piante sono in grado di modificare. In questo contesto, il lavoro dell'agronomo consiste nel comprendere come possono influire le variazioni climatiche ed adoperare i sistemi di nutrimento, irrigazione e di drenaggio che possa disporre per alleviare gli stress biotici ed abiotici alla pianta.
Ottimizzando l’equilibrio nutrizionale le piante diventano maggiormente resistenti alle malattie comuni e meno appetibili agli insetti che come noto si nutrono dai residui vegetali ossia da tutto quello che non è sano quindi facilmente assimilabile dal loro semplice sistema digerente. Migliorando progressivamente la salute delle piante esse aumentano le proprie difese naturali e diventano immuni a malattie e difficili da digeribili dagli insetti pertanto le evitano. Questo consente di ridurre drasticamente l’uso di fitofarmaci che hanno spesso un ruolo devastante nell’attività biologica nel terreno e nella nostra salute.