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Nel contesto della transizione verso un'economia circolare, è essenziale evitare inefficienze significative nell'uso di materiali recuperati e prevenire un aumento critico dei rifiuti e delle risorse naturali utilizzate.
I sistemi ibridi rappresentano un vantaggio grazie al loro obiettivo di azzerare i rifiuti e ridurre l'estrazione e la produzione di nuovi materiali, privilegiando quelli riciclati e rinnovabili da fonti sostenibili.
Tali sistemi allungano la vita utile dei prodotti grazie a una manutenzione efficiente e permettono il riutilizzo delle componenti al termine del loro ciclo di vita, riducendo i costi e i danni da manutenzioni non programmate. In alcuni sistemi completamente sintetici, il ripristino dei componenti come la sabbia di intaso risulta complesso e oneroso.
Una volta concluso il ciclo di vita, i tappeti sintetici non hanno valore commerciale e possono danneggiare l'ambiente, poiché la fibra perde la sua resistenza ai raggi UV, generando microplastiche, mentre il riciclaggio si complica a causa di adesivi termosaldati. Nel quadro della Tassonomia Verde dell'UE, l'articolo 13 del regolamento UE 2020/852 sottolinea l'importanza di un uso più efficiente delle risorse naturali, l'aumento della durabilità e riciclabilità dei prodotti, e la riduzione delle sostanze pericolose.
Si promuove il prolungamento della vita dei prodotti, l'uso di materie prime secondarie e la prevenzione della produzione di rifiuti, minimizzando l'incenerimento e lo smaltimento in discarica. Gli esperti confermano che i sistemi di erba ibrida, installabili su terreni agricoli esistenti, richiedono risorse moderate e accolgono materiali rinnovabili come il sughero gentile.
Attraverso una manutenzione programmata, si può prolungare la durata di questi sistemi fino a due o tre volte rispetto ai campi sintetici tradizionali, proteggendo le fibre dai raggi UV.
Al termine del ciclo di vita, il sottofondo drenante può essere rigenerato o riutilizzato anche nei prati di parchi pubblici, riducendo costi di smaltimento e produzione di rifiuti.
I tappeti ibridi, a differenza di quelli sintetici, offrono un impatto ridotto sulla produzione di rifiuti e possono essere riutilizzati in diversi contesti.
Un'attività economica non deve portare a significative inefficienze nell'utilizzo di materiali recuperati o riciclati, ad incrementi nell'uso diretto o indiretto di risorse naturali, all’incremento significativo di rifiuti, al loro incenerimento o smaltimento, causando danni ambientali significativi a lungo termine.
4. Transizione all'economia circolare
Un sistema ibrido efficace deve puntare a zero rifiuti, ridurre la necessità di estrazione e produzione di materiali e, ove possibile, privilegiare l'uso di prodotti riciclati, riciclabili o rinnovabili provenienti da fonti sostenibili. Inoltre, deve prevedere l'estensione della vita utile del sistema integrando un piano di manutenzione efficace e rispettoso dell'ambiente per l'intero ciclo di vita del sistema, ridurre i rischi di danni e i costi associati alla manutenzione non programmata e, al termine della sua vita utile, prevedere il riutilizzo del sistema e/o dei suoi vari componenti nelle vicinanze del sito di installazione.
Sui campi completamente sintetici, invece, il riutilizzo della sabbia di intaso è difficile perché, alla fine del suo ciclo di vita, la sabbia si mescola alla gomma durante la rimozione del sistema. Per poter riutilizzare la sabbia nel nuovo sistema, dopo la separazione dalla gomma, che dovrà essere obbligatoriamente rimossa da tutti i campi erbosi sintetici entro il 16 ottobre 2031, essa dovrà essere separata, essiccata attraverso la lavorazione in impianti complessi e poi ricertificata, il che renderebbe il suo costo esorbitante. Alla fine del suo ciclo di vita, il tappeto sintetico non ha valore commerciale, né tantomeno un uso sicuro per l'ambiente, quindi, non è riutilizzabile perché la fibra perde la sua resistenza ai raggi UV dopo 1.300 Kly di esposizione al sole e può facilmente rompersi, producendo microplastiche. Il riciclaggio dei tappeti artificiali è complesso e costoso anche perché il più delle volte include adesivi termoindurenti come il lattice o il poliuretano per fissare le fibre al supporto, che rendono impossibile la fusione di tutto il materiale.
Estraendo quanto ritenuto pertinente ai campi sportivi, l’articolo 13 del regolamento UE 2020/852 cita quanto segue:
GLI ESPERTI CONCORDANO
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